Ogni volta che un dolore, anche piccolo, la colpiva, si sentiva tradita dal suo corpo e puntualmente si arrabbiava.
Non voleva accettare quella spia rossa lampeggiante che le ricordava di avere all'interno l’antico saggio di pietra.
Quando provava a toccarsi, percepiva la clavicola, la scapola o qualche vertebra, ma non era facile ricordarsi dello scheletro nella sua interezza...
Non riusciva a cogliere davvero che, quando passeggiava, era lui a camminare dentro di lei, e che grazie a lui aveva imparato a stare in piedi.
Che quando guardava qualcosa, lo faceva dall’interno dello spaventoso teschio nascosto dietro il viso riflesso nello specchio.
Qualche volta l’aveva visto in una radiografia o una TAC, e ci aveva persino riso sopra.
Eppure stava lì, giorno e notte, come un soldato silenzioso, sempre al suo posto.
E curiosamente era uguale a quello di tutti gli altri, perché rispondeva a qualità e leggi più antiche di quando i popoli si erano distinti e spartiti la Terra.
Allora forse valeva la pena di approfondire l’amicizia con questo super robot di 206 pezzi, cominciare a capire di cosa avesse davvero bisogno per una corretta manutenzione...
Così, un giorno, aveva iniziato a parlarci...
Il che poteva anche sembrare folle — ma forse, ancora più folle era il fatto che lui avesse risposto..
" Vorrei che fossi più gentile con me.
Sono la parte più densa del tuo corpo e contengo tutti gli elementi della Terra e i frammenti di stelle da cui tutti proveniamo.
Sostengo come un antenato ogni tuo passo e ogni movimento. Sono il più antico padre e madre, senza sesso e senza età.
Sono pronto, ad ogni ora, ad accompagnarti dove desideri andare.
Ma attenta: contengo e custodisco nella mia gabbia il tuo cuore, il tesoro più grande.
Lo sento sobbalzare quando incontri l’amore, lo ascolto accelerare per la paura e rallentare quando sogni.
E lo lascerò andare solo quando si fermerà. Fino ad allora, sarà mio felice prigioniero; poi sarà libero di volare in alto col tuo Spirito mentre io, terminato il mio compito, mi dissolverò tornando alla Terra.
Come i tuoi pensieri e le memorie danzano nella scatola rotonda e magica del mio cranio, i bulbi oculari affondano nelle mie orbite:
sembra che io non veda nulla, ma mi accorgo di tutto.
Per questo ricorda: non c’è nulla che tu possa fare senza di me.
Nella colonna vertebrale vive e vegeta il tuo albero della vita, ogni vertebra un anello della tua storia; nella linfa che vi scorre, la saggezza di tutte le generazioni.
E se un giorno comincia a farti male, significa che un dolore è disceso da una memoria antica per portarti una comprensione, una crescita.
Se lo ascolterai, lo accoglierai e te ne prenderai cura come di un bambino piccolo che va solo preso in braccio, lui smetterà di urlare.
Perché vedi, la differenza tra Essere e Mal-essere non è altro che un fraintendimento.
Un fraintendimento su come vada amata — e onorata — la Vita. "
Semplicemente… si lasciava guidare da lui.
Dall’antico saggio che da sempre la sorreggeva.
Un passo dopo l'altro cominciava a capire che stava danzando, non per gli altri, ma per celebrare se stessa e la gioia di vivere.
Perché finalmente non c’erano più avversari sotto la pelle.
Solo alleati.
©Silvia Bennardo 2025 (riproduzione ammessa citando l'autore)

Pittura sul corpo - Body painting emozionale